On. Massimo Romagnoli, presidente del Movimento delle Libertà. Crisi di governo strisciante, Renzi e Conte sembrano cane e gatto. Come finirà?

Matteo Renzi e il premier Giuseppe Conte devono trovare un accordo. Di certo in questo momento bisogna evitare di mandare il Paese a nuove elezioni. Lo dico contro il mio interesse personale – perché noi del Movimento delle Libertà saremmo prontissimi – e nell’interesse dell’Italia, che vive un momento difficilissimo, ancora in piena emergenza Covid e alle prese con una forte crisi economica. Come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ora c’è bisogno di costruttori, per fare ripartire lo Stivale.

Eppure tra Renzi e il premier è guerra aperta…

Nel 2018, intervistato proprio da ItaliaChiamaItalia, dissi che per formare un governo M5S e Lega dovevano mettersi d’accordo. Così è stato. Ora c’è bisogno di un accordo tra Renzi e Conte. Da una parte il senatore toscano deve essere disposto ad accettare qualche compromesso, dall’altra il capo del governo dovrà cedere su alcuni punti.

Tra crisi sanitaria e crisi economica, si sentiva il bisogno di una crisi di governo?

No di certo, ma questa è la conseguenza del sistema parlamentare che abbiamo in Italia. Di sicuro la gente non capisce, i cittadini di fronte a questo ennesimo teatrino – come l’ha definito Silvio Berlusconi – si allontanano ancora di più da politica e istituzioni.

Torniamo al Matteo toscano. Ha ragione, nel merito?

Parliamoci chiaro: il governo sta dimostrando di avere le idee un po’ confuse su alcuni temi. Una volta dice una cosa e la volta dopo il contrario, è in balia dell’opinione pubblica, dei giornali, dei social network. Renzi su alcune questioni ha certamente ragione. Per esempio, quando chiede al governo di mettere nero su bianco come intende spendere i soldi del Recovery Fund. Non sta mica chiedendo la luna, sta facendo una richiesta legittima e di buon senso. Dovrebbe stare però attento a non tirare troppo la corda, perché si potrebbe spezzare…

La corda che si spezza porta l’Italia al voto?

Come dicevo, le elezioni in questo momento andrebbero evitate. Anche perché sono convinto che dopo un eventuale voto ci ritroveremmo un po’ nella stessa situazione di oggi, con un governo debole e sempre in bilico, traballante.

Dunque?

Questo governo deve andare avanti, Renzi deve lavorare per un accordo in base alle richieste che ha fatto, Conte deve dare le giuste risposte al leader di Italia Viva.

Andare al voto all’estero, nella situazione attuale, sarebbe un disastro, non trova?

Devo dire, da questo punto di vista, che con la pandemia in corso tutti sarebbero a casa per ricevere i plichi elettorali direttamente nelle loro mani e dunque, forse per la prima volta, ci sarebbe un voto regolare.

In che senso?

Con tutto quello che sta accadendo, con il Covid che continua a mordere e le restrizioni imposte dai vari Paesi, la gente non potrà uscire di casa così facilmente e i furbetti del voto all’estero non potranno fare i loro soliti giochini sporchi, come invece hanno fatto sempre. Gli elettori riceveranno la busta direttamente a casa loro e dopo aver espresso il proprio voto la invieranno direttamente al Consolato.

Che campagna elettorale sarebbe, all’estero, al tempo del virus?

Una campagna fatta quasi tutta da casa e tutta sul web: internet, giornali online, social network. Comunicazione.

Qual è il suo giudizio sull’attuale governo?

Mi occupo soprattutto di italiani nel mondo. Per la prima volta in questa legislatura c’è un eletto all’estero nella stanza dei bottoni, nella persona del Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo.

Ammiro il premier Conte per questa sua scelta. Lo dico, ribadisco, dal punto di vista di uno che da una vita si occupa di italiani all’estero. Mi considero, dopo tanti anni, un professionista dell’emigrazione italiana e dunque so quanto è importante avere uno dei nostri al governo. Anzi, dico di più: mi auguro che in un eventuale rimpasto di governo il Sen. Merlo possa diventare ministro per gli italiani nel mondo. Di fatto, per me lo è già. Ma se Conte decidesse di nominarlo davvero ministro, si potrebbe sedere al Consiglio dei ministri. E per tutti noi italiani all’estero sarebbe un grande successo; una nuova, enorme opportunità.