Una processione interminabile di gente usciva a gruppi dall’edificio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti. La maggior parte, avendo passato una o due notti all’aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell’asilo infantile passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valige d’ogni forma alla mano o sul capo, bracciate di materassi e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra”.  Così Edmondo De Amicis racconta nel romanzo Sull’Oceano la partenza degli italiani verso il nuovo mondo.

 

La Storia, che è maestra di vita, ci insegna come certi fenomeni a volte si ripetano, magari assumendo formule diverse, spesso con connotazioni simili se non identiche.

 

Il fenomeno migratorio di grandi e piccole dimensioni, nonché di popoli, è sempre esistito, sin dalla comparsa delle primissime civiltà. Nazioni e imperi sono spesso nati, cresciuti e crollati sotto l’effetto di questo fenomeno che fa parte del più ampio processo della natura del genere umano, dell’intero Creato.

 

Panta rei, tutto scorre. La natura non è immobile, né lo è la storia dei Popoli che anche con i loro spostamenti, con le loro migrazioni, hanno condizionato, inevitabilmente, il mutamento di Nazioni e società nel corso dei secoli.

 

Gli italiani possono essere considerati, secondo la vulgata, un popolo di emigranti e ci sentiamo di poter affermare che hanno imparato, sulla loro pelle, per esperienza acquisita in molti Paesi, cosa significhi l’ostilità, la diffidenza, il pregiudizio, se non il vero e proprio razzismo.

 

Questa nostra ricerca vuole rivolgersi, lontano da posizioni ideologiche e di schieramento, sia dalla parte degli italiani emigrati che di chi li ha ospitati, analizzando i loro comportamenti e punti di vista.

Perché se la storia ci insegna che le grandi migrazioni portano con sé tensioni e conflitti, è altrettanto vero che le opinioni e i punti di vista sui fenomeni migratori richiedono una lucida osservazione, una profonda analisi oltre che una grande capacità di ascolto.

 

Abbiamo ricercato e continueremo a ricercare studi e articoli di giornale (di testate italiane ed estere) su tale tematica, materiale che vi proporremo di volta in volta nelle nostre pubblicazioni.

 

Possiamo anticipare che, sin qui, abbiamo trovato articoli e saggi che grondano di disprezzo – ma che obiettivamente vanno “letti” attraverso le lenti del loro tempo – ma anche lucide analisi e commenti che hanno cercato di spiegare e perché no, di comprendere il fenomeno, sforzandosi anche nella ricerca di soluzioni.

Attraverso questa ricerca, composta da articoli, saggi, studi ecc., proporremo, quindi, non solo lo sguardo di chi partiva ma anche di chi accoglieva quel flusso di esseri umani. Persone che possono essere stati i nostri bis-nonni, i nostri nonni o i nostri genitori.

Ascolteremo, pertanto, le esperienze di chi, in maniera diretta o indiretta, ha vissuto il fenomeno, conosce il significato di essere o di essere stato considerato, un “emigrato italiano” ed abbia tempo e voglia di raccontare la propria esperienza, il proprio punto di vista.

 

Le voci e il materiale che raccoglieremo (come ad esempio, foto, documenti cinematografici, ecc.) rappresentano per noi “addetti ai lavori”, per quello che siamo e per quello che intendiamo rappresentare, un valore umano incommensurabile.

 

Ringraziamo, sin da ora, tutti coloro – persone fisiche, enti, associazioni – che si sono resi e si renderanno disponibili e che, attraverso noi, condivideranno con tutti voi la loro storia, la loro testimonianza, le loro esperienze. Anche perché, in fondo, tutti noi italiani all’estero ne abbiamo una in comune da raccontare.

 

È un momento difficile e per certi versi drammatico quello che stiamo vivendo. Con questo lavoro il Movimento delle Libertà vuol contribuire non solo a ricostruire il nostro comune tessuto storico-culturale, ma creare anche una “rete solidale” tra e per i nostri connazionali, capace di supportare a livello psicologico e come una sorta di antidoto gli effetti nefasti della pandemia: attraverso le nostre radici comuni.

 

In un contesto di crisi economica, sanitaria e politica, “ripartire” da presupposti storici e culturali, “investendo” in valori che per noi sembrano essere l’unica direzione possibile, la sola strada percorribile, il vero anelito di libertà allo scopo di contribuire a riportare luce e speranza in un futuro, che al momento, appare fosco e preoccupante.

 

Sappiamo di andare contro corrente, sappiamo di imbarcarci lungo un cammino difficile, ma Noi siamo fatti così! A Noi piacciono le sfide difficili, quelle esaltanti! E ciò non per spirito sportivo e/o di avventura o per incoscienza, ma perché crediamo in quello che facciamo, nei nostri sforzi, nel nostro impegno, sempre al servizio degli italiani e di quelli all’estero in particolare.